La ventiquattresima sessione di La Tavola delle Imprese è stata dedicata alla strategia e governance delle imprese e delle organizzazioni per salvaguardare l’ambiente.
Si è tenuto mercoledì 21 dicembre una nuova sessione del format innovativo di JMI, curato da Netcoa e Lici, “La Tavola delle Imprese”, appuntamento mensile per il mondo accademico, della ricerca e della cultura, delle startup, delle imprese, degli enti locali.
Questa 24° sessione si è articolata secondo una specifica declinazione del modello di open innovation ideato: un matching diretto tra un rappresentante delle startup innovative, che costituiscono in larga parte il tessuto imprenditoriale ed economico italiano, ed un rappresentante del terzo settore, composto da realtà non profit che svolgono attività di interesse generale e di utilità sociale.
Il confronto è stato finalizzato a delineare il ruolo a cui sono chiamate le pmi e le organizzazioni sociali nell’ambito della missione 2 del PNRR – rivoluzione verde e transizione ecologica – dedicata a migliorare la sostenibilità del sistema economico e assicurare una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero.
Il tema dei lavori “Strategia e governance delle imprese e delle organizzazioni per salvaguardare l’ambiente” è stato introdotto dal Vice Presidente dell’Associazione Netcoa, che rappresenta le imprese e startup innovative, Raffaello Dinacci, che ha posto l’accento sull’argomento di questa sessione, particolarmente sentito in ambito istituzionale ed imprenditoriale, ma soprattutto dalla comunità civile, sempre più attenta e sensibile alla tematica della salvaguardia ambientale, direttrice imprescindibile dello sviluppo futuro.
Si e voluto impostare questa Tavola delle Imprese come matching tra due realtà che operano in territori differenti e che si rivolgono a platee disuguali . Questo test scaturisce dall’analisi che il LICI (Laboratorio Innovazione Cultura ed Imprese) con JMI, ha effettuato dalle precedenti edizioni.
Lo studio ha dimostrato che per quanto possano apparire lontane per target e territorio, le pmi italiane, ovunque si trovano, che svolgono la propria attività sul territorio, sono convergenti per finalità ed obiettivi e , condividono problematiche analoghe .
Sono stati scelti: Lucio Vaira, Ceo della startup innovativa piemontese Walden, e Dario Catania, Presidente dell’associazione di promozione sociale napoletana N’Sea Yet.
Entrambi hanno avviato la realizzazione di progetti di ricerca, sviluppo ed innovazione in campo della sostenibilità in piena sintonia con le finalità di transizione ecologica e circolare, in due aree territorialmente opposte, confrontandosi con le complessità del proprio tessuto istituzionale, economico e sociale.
Questa Tavola delle Imprese ha voluto porre l’attenzione azioni più incisive, integrate ed efficaci da parte di tutti gli attori pubblici e privati nazionali che possano portare valore, per realizzare vere progettualità green ed innescare la necessaria e radicale transizione ecologica verso l’equilibrio climatico e lo sviluppo sostenibile, in linea con i Sustainable Development Goals, gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e dello European Green Deal.
Le imprese svolgono un ruolo essenziale nell’attuazione del PNRR, come destinatarie di specifici progetti o di misure incentivanti e in quanto soggetti operativi di molteplici misure. Inoltre, attraverso il sistema della loro rappresentanza, le imprese partecipano attivamente ai processi di governance del Piano.
Tuttavia, come evidenziato dal dott. Dinacci, sono poche, ad oggi, le imprese pronte a cogliere tutte le opportunità – e la sfida ad esse sottesa – delle risorse dedicate dal PNRR al sistema produttivo.
Molte, soprattutto quelle di minori dimensioni – che però sono prevalenti nel contesto produttivo italiano – incontrano grandi ostacoli, che rischiano di escluderle persino dall’accesso alle risorse previste dal Piano. I più ricorrenti – continua il dott. Dinacci – sono quelli legati alla complessità e onerosità delle procedure di gara.
In conclusione, sarebbe importante: orientare investimenti su innovazioni e tecnologie che aiutino a contrastare la crescita delle disuguaglianze tenendo in debita considerazione le competenze e le caratteristiche delle imprese, in particolare quelle di medie e piccole dimensioni, e delle organizzazioni della società civile presenti sul territorio che potenzialmente possono sviluppare le soluzioni.
Il primo spaccato è stato quello di Dario Catania, Presidente dell’Associazione napoletana di promozione sociale N’Sea Yet, organizzatrice di pratiche atte a sviluppare gli SDG Agenda Onu 2030.
N’Sea Yet è un progetto di Economia Circolare ed Educazione Ambientale. Con la pratica, la consapevolezza e l’azione quotidiana l’Associazione coltiva il rispetto per la Natura con attività che mirano ad un’evoluzione comportamentale in equilibrio con l’ecosistema.
Un processo lento di sensibilizzazione, importato a Napoli nel 2018, per la sostenibilità della tutela dell’ambiente, che nel tempo si è articolato in 3 campagne molto sentite e partecipate anche da imprese realmente attente allo sviluppo di buone pratiche che decidono di produrre, quindi a monte, in maniera sostenibile sia nei processi che nell’utilizzo dei materiali, ed istituzioni governative locali.
Oggi, l’associazione continua il suo percorso di sensibilizzazione al rispetto delle tematiche ambientali, con molte iniziative sul territorio volte alla diffusione di best practice per la salvaguardia della natura, anche attraverso corsi e percorsi di educazione ambientale.
“Seppur le nostre azioni – evidenzia il dott. Catania – si concentrino prevalentemente a Napoli e in Campania, il nostro sguardo è proiettato sul mondo intero. L’obiettivo è di creare una comunità ecologica.”
L’altra testimonianza è la visione di Lucio Vaira, Ceo della startup innovativa piemontese Walden, che esprime il punto di vista del mondo delle imprese sulla tematica, nell’ottica del matching Nord/ Sud e profit/non profit promosso da questa sessione del format La Tavola delle Imprese.
La missione di Walden è di contribuire alla transizione verso la bioeconomia circolare nelle regioni rurali e montane attraverso la gestione sostenibile delle risorse naturali e la fornitura di servizi energetici basati su risorse rinnovabili, sottoprodotti e residui biogenici, grazie alle competenze diversificate del suo team.
“Crediamo che il futuro dei nostri territori passi attraverso la diffusione di sistemi energetici rinnovabili, la migliore gestione delle risorse agroforestali e la valorizzazione delle filiere ad esse legate – afferma il dott. Vaira. L’obiettivo è creare buone pratiche per una filiera forestale smart”.
Walden si avvale delle soluzioni più avanzate in materia di pianificazione e gestione del territorio.
“Le radici delle nostre attività – prosegue il dott. Vaira – sono rappresentate dal lavoro con le comunità locali, il ricorso a soluzioni innovative e l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, economica, sociale e culturale.”
Condivisa da entrambi la necessità di: intervenire dal basso con il più ampio coinvolgimento delle comunità locali, nel rispetto delle caratteristiche naturali e delle esigenze del territorio; migliorare il dialogo e le relazioni con il mondo istituzionale e le grandi imprese che, lontane dalla pratica di facciata del greenwashing, credono fortemente nel valore degli investimenti “green; avviare costanti campagne ambientali volte all’education ed alla sensibilizzazione degli interlocutori pubblici e privati, per agire compiendo scelte consapevoli, dal forte valore etico ma allo stesso tempo economicamente sostenibili.
Il dott. Dinacci, a sostegno della bontà delle visioni espresse, rafforza il concetto che dall’ambiente si crea lavoro, si preservano i territori nella loro integrità e si genera un’economia sostenibile. Ma che ciò è possibile solo grazie alla definizione di una precisa strategia di sviluppo che integri sempre più la sostenibilità lungo l’intera catena del valore, tenendo in considerazione i potenziali impatti sull’economia, sull’ambiente e sulle persone.
Tematica questa, tra le altre dell’impact social, molto sentita dal L.I.C.I. Laboratorio Innovazione Cultura Impresa, evoluzione e cambiamento associativo, che, attraverso i suoi partner, sviluppa diverse iniziative a sostegno di una transizione digitale ed ecologica consapevole che misura l’impatto sulla società.
In particolare, all’interno del programma S.I.S. – Sistema Invitalia Startup – Invitalia, di cui l’Associazione è partner, favorisce lo sviluppo di nuove iniziative sulla base della programmazione del PNRR di cui Invitalia è il principale soggetto gestore delle misure attuative.
Ringraziamenti
Nell’ottica di condivisione ed integrazione del sapere, il Vice Presidente Dinacci ha concluso i lavori, rappresentando le finalità che sono perseguite dall’Associazione quale generatore culturale che promuove nuove iniziative tra gli associati intervenendo nell’orientamento, nella programmazione e nella coprogettazione, con i suoi partner, attraverso metodologie proprie ed il proprio ecosistema, per un processo di accelerazione, valorizzando le iniziative con gli stakeholders, il mondo accademico ed i soggetti pubblici.
Ringraziando i partecipanti, li ha invitati a mantenere sempre più vivi i contatti con l’Associazione.