La ventunesima sessione di “La Tavola delle Imprese” è stata dedicata al valore ed alla funzione della proprietà intellettuale nella strategia delle imprese innovative.
Si è tenuto giovedì 29 settembre una nuova sessione del format innovativo di JMI, curato da Netcoa, “La Tavola delle Imprese”, appuntamento mensile per il mondo accademico, della ricerca e della cultura, delle startup, delle imprese, degli enti locali.
Hanno partecipato a questa 21° edizione, rappresentanti di alcune startup e pmi innovative associate alla Netcoa, scelte da nord a sud secondo il modello di open innovation ideato per avere una più ampia visione a livello nazionale: Andrea De Cristofaro, founder e Ceo della azienda abruzzese Nubentech; Maria Grazia Civita, Ceo della pmi innovativa Mov. Eng. di Torino; Bartolomeo Doria, co founder e Cto della startup innovativa pugliese A.R.E.S. (Attività di ricerca sostenibile e Sviluppo); Dario Casari, Ceo della realtà trentina Paleadomus; Mauro La Rocca, co founder della startup innovativa Api Forge di Vasto; Alessandro Gallo, Ceo della azienda innovativa Arternative di Parma.
Il tema dei lavori “Proprietà intellettuale: valore e funzione nella strategia delle imprese innovative” è stato introdotto dal Vice Presidente dell’Associazione Netcoa, che rappresenta le imprese e startup innovative, Raffaello Dinacci, che ha posto l’accento sull’argomento scelto.
Con questa sessione si è voluto approfondire l’annoso problema della proprietà intellettuale: in un’economia globale altamente competitiva, come quella di oggi, le aziende dipendono sempre di più dalle proprie idee, conoscenze ed innovazioni.
La proprietà intellettuale contribuisce a garantire che queste attività di grande valore siano tutelate adeguatamente affinché le imprese vengano premiate per le loro innovazioni e iniziative imprenditoriali di successo.
È quindi fondamentale capire come proteggere la proprietà intellettuale.
La tutela, la valorizzazione e lo sfruttamento degli asset intangibili (marchi, brevetti, modelli, disegni) possono, molto più che in passato, contribuire a determinare la crescita o il declino di un’impresa, sia di grande che di piccola dimensione.
Pertanto, la promozione di tali diritti e la loro tutela, anche a livello internazionale, devono essere incoraggiate e sostenute, rappresentando, infatti, un valido strumento strategico non solo per le grandi imprese, ma anche per le PMI e le startup che costituiscono l’asse portante della nostra economia.
A riprova del ruolo che la proprietà intellettuale può svolgere nel fornire un vantaggio competitivo, sono molte le imprese italiane che hanno saputo fare del proprio know how il cuore pulsante del loro business, raggiungendo ottimi risultati in Italia ed all’estero, in particolare nei mercati emergenti.
Sono state, quindi, scelte per questa 21° Tavola delle Imprese startup e pmi che si contraddistinguono per i loro progetti nuovi ed esclusivi di innovazione tecnologica, tutelati in forza di specifici diritti riconosciuti dalla normativa nazionale ed estera, secondo un principio geo economico analizzato dal team partners Jmi – Lici.
Il primo intervento è stato quello di Andrea De Cristofaro, Ceo e founder della Nubentech, spin off della Nuben Srl, società che offre servizi integrati di nutrizione (visite specialistiche, consulenze nutrizionali in farmacia, corsi di formazione). La startup nasce con la vocazione di sviluppare soluzioni innovative, ad alto contenuto tecnologico, in tale settore.
Il prodotto creato, l’app Morphogram, valuta stile di vita, composizione corporea, stato nutrizionale e stadiazione dei fattori di rischio cardio-metabolici-infiammatori con un unico strumento online.
Non solo un software, quindi, ma un metodo scientifico per la valutazione dello stato nutrizionale.
L’idea alla base del metodo nasce dall’esperienza di oltre 30 anni in nutrizione clinica da parte del prof. Paolo De Cristofaro, endocrinologo e nutrizionista, attualmente direttore del centro nutrizionale specialistico di Castellalto (TE) accreditato dalla Società Italiana dell’Obesità (SIO).
Il vantaggio consiste nell’utilizzo delle circonferenze corporee, che sono standardizzate, facilmente reperibili e riproducibili, anche da remoto, e che necessitano di strumenti a basso costo, senza penalizzare la qualità dei dati ottenuti.
Il dott. De Cristofaro evidenzia quanto sia stato importante per la startup partecipare ad un consesso internazionale che si è definito con un contributo fattivo della nota Università americana dell’Arizona, sia in termini di tutela del brevetto e del suo iter burocratico, sia in termini di validazione del prodotto quale medical device certificato e del suo inserimento sul mercato anche internazionale.
Allo stato attuale, la Nubentech è tra le trenta startup più promettenti del settore digital health e wellness ed è entrata a far parte di importanti network e programmi di accelerazione europei.
Il dott. Dinacci sottolinea come la Nubentech sia riuscita sapientemente a coniugare la ricerca di base con quella applicata, con un progetto tutelato dal brevetto che è in grado di funzionare tanto come elemento di attrazione di capitali, quanto come criterio di preferenza rispetto ad altre imprese concorrenti per l’eleggibilità e l’accesso a fondi pubblici e finanziamenti bancari.
La testimonianza susseguitasi è quella di Maria Grazia Civita, Ceo della pmi innovativa Mov. Eng. di Torino, che ha ideato e brevettato una bicicletta a pedalata assistita pieghevole per uso urbano. Il progetto nasce per rispondere al forte bisogno di libertà, praticità, sicurezza degli utenti della mobilità urbana delle grandi città, grazie alla esperienza della Ceo di circa venti anni nel settore dell’automotive, coadiuvata da altri esperti del settore.
Lo si può definire la “biciclettizzazione” dell’i-phone – afferma la dott.ssa Civita – un modello bello e piacevole da usare ma con un prezzo accessibile, allineato alla media del mercato.
Ciò che lo distingue dai competitor è la combinazione di stile, sicurezza, funzionalità, tecnologia e prezzo che gli altri non hanno.
L’obiettivo è offrire una bicicletta di qualità, elemento ricercato pedissequamente in tutti gli step della fase di ricerca e sviluppo, oltre che una customer experience, offrendo all’utente altrettanti servizi innovativi.
D’altronde, l’expertise profile della sua founder, proveniente dal modello organizzativo della grande impresa – Fiat, ha focalizzato il processo della high quality definendo così un preciso target clientelare da acquisire sui mercati internazionali.
I mercati, infatti, a cui l’azienda punta sono principalmente quelli del Nord Europa, dove i volumi di vendita sono più significativi, ma è prevista una presenza anche negli altri Paesi, dove la crescita è comunque molto rapida ed è stata accelerata dalla pandemia.
Il ruolo del brevetto, in questo caso, è stato quello di dimostrare la bontà e credibilità del progetto, unitamente alla serietà dell’investimento sostenuto.
Tutelare la propria idea, modello, progetto – come ribadito dal dott. Dinacci – significa tutelare un vantaggio competitivo realizzato da chi ha creato qualcosa di unico ed innovativo, consentendogli di sfruttare tale innovazione in una sorta di regime di monopolio.
Determinante è il ruolo di Enti ed organismi nazionali, come Invitalia, di cui la Netcoa è partner – S.I.S. Sistema Invitalia Startup, che favoriscono l’informazione, la promozione, la diffusione di opportunità per le aziende volte alla valorizzazione economica di un brevetto in termini di redditività, produttività e sviluppo di mercato.
Senza la protezione delle idee, dei contenuti immateriali, delle innovazioni di processo e di prodotto le imprese nazionali non potrebbero raccogliere appieno i benefici delle loro invenzioni e la grande vitalità creativa ed economica del sistema produttivo italiano ne risentirebbe.
Altra testimonianza in merito al valore del brevetto quale strumento di protezione dell’innovazione, è stata quella di Bartolomeo Doria, co founder della startup pugliese A.R.E.S. (Attività di ricerca sostenibile e Sviluppo).
L’obiettivo del progetto è la riduzione del consumo idrico degli elettrodomestici che utilizzano l’acqua come materia prima (lavatrici e lavastoviglie), utilizzando un processo innovativo a basso impatto ambientale. La mission è quella di porre un primo tassello nella direzione di un ambiente abitativo in grado di ridurre fino al 100% la sua impronta idrica ed energetica, in pieno accordo con il principio di economia circolare ed ecosostenibilità e l’agenda 2030.
A.R.E.S. sta definendo la sua organizzazione aziendale ed è in fase di brevettazione del suo prodotto; questo ha determinato alcune difficoltà nel poter comunicare liberamente il proprio progetto ed intraprendere un percorso relazionale con il sistema verticale universitario/istituzionale per lo sviluppo dello stesso.
Il dott. Dinacci si è soffermato su questo spunto critico per evidenziare come il L.I.C.I. – Laboratorio Innovazione Cultura Impresa, evoluzione e cambiamento associativo di Netcoa, sia nato con questa finalità, tra le altre: coniugare il mondo della ricerca universitaria con le novazioni che coinvolgono in maniera sempre più massiccia l’impresa ed il suo processo innovativo, in un’ottica di open innovation, favorendo il dialogo ed il matching tra le realtà, con iniziative come questa della Tavola delle Imprese.
Inoltre, con i suoi partner, il L.I.C.I. sviluppa diverse iniziative a sostegno della diffusione della cultura di impresa, avvicinando imprenditori, istituzioni locali, Università e giovani menti per la creazione di impresa e lo sviluppo del territorio.
Di fatti, è referente per lo sviluppo di progetti di spin off di Atenei universitari che trovano attraverso le misure di Invitalia ed, in particolare, quella di smart e start, lo sbocco verso la conclusione della ricerca ed il relativo go to market, come appunto ultimamente avvenuto per alcuni spin off dell’Ateneo Vanvitelliano – Dipartimento di Ingegneria che hanno trovato nel SIS – Sistema Invitalia Startup la loro referenza per coniugare attività e competenze dal nord al sud.
Qui si inserisce l’intervento di Dario Casari, amministratore della Paleadomus della provincia di Trento, che per effetto del brevetto “Paleadomus” realizza edifici bio-sostenibili personalizzati attraverso la ricerca e l’applicazione di nuovi metodi e materiali naturali alle costruzioni.
Un edificio costruito con sistema “Paleadomus” (legno e paglia) o ristrutturato con materiali naturali, presenta diversi vantaggi: materia prima energeticamente efficiente, ottimo isolante termoacustico, traspirabilità e respirabilità, resistenza al fuoco, antisismica, sicuro e monitorabile, economico e innovativo, flessibilità e personalizzazione, oltre alla riduzione dei fattori inquinanti.
Il sistema costruttivo prevede, inoltre, il monitoraggio del contenuto di umidità delle pareti, elemento essenziale per garantire la durabilità del prodotto.
Questo nuovo concept di architettura scandisce l’evoluzione del concetto stesso di abitare: da semplice risposta funzionale, ad occasione per vivere in modo equilibrato e rispettoso dell’ambiente.
Tale iniziativa, come richiamato dal dott. Dinacci, riprende il programma europeo per la sostenibilità nel settore edile attraverso l’utilizzo di materiali naturali.
Un’altra soluzione innovativa che testimonia l’importanza della tutela della proprietà intellettuale, è il progetto Api Forge, presentato dal co founder Mauro La Rocca.
Abbiamo creato una fabbrica del software destinata allo sviluppo di Application Programming Interface (API) – afferma il dott. La Rocca – quali strumenti fondamentali per costruire l’internet del futuro, in grado di integrare i propri beni aziendali e di condividere risorse. Api Forge si propone come un moderno e potente motore di innovazione tecnologica che garantisce modularità, scalabilità e manutenibilità del codice.
L’ambiente di sviluppo è accessibile tramite una Progressive Web App, semplice ed intuitiva, realizzata dal team di esperti della Api Forge.
L’obiettivo primario è il posizionamento sul mercato italiano ed europeo di una piattaforma che abiliti ad una nuova condizione di permanente agilità nella nuova era di economia digitale.
Come sottolineato, dallo stesso dott. La Rocca, la tutela destinata ai software è debole; un software non è brevettabile ed in quanto tale può essere protetto solo attraverso il ricorso al registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore (SIAE) che non ha una valenza internazionale.
Per il dott. La Rocca, bisognerebbe implementare il sistema di tutela in un settore dove la creazione di sovrastrutture informatiche attiva rapidamente ingenti investimenti sul mercato.
Il Ceo dell’azienda innovativa Arternative, Alessandro Gallo, ha illustrato le caratteristiche del loro progetto che attraverso il gaming, la tecnologia mobile e il fascino dello storytelling, aiuta i visitatori a riscoprire il patrimonio culturale custodito nei musei, nei borghi o dalle istituzioni religiose in modo nuovo e coinvolgente. Con Arternative i visitatori giocano con le opere, tracciano percorsi personalizzati e mettono alla prova la propria cultura.
Il visitatore è il protagonista e può scegliere le chiavi di lettura della sua esperienza di visita.
Per questo è stata realizzata QuickMuseum, che permette ai turisti di avere in tasca i musei, per viverli in un modo completamente nuovo. Quick Museum riesce ad adattarsi ad ogni tipo di struttura e il turista, scaricando l’app, può visitare il Louvre o Galleria Borghese ma anche il piccolo museo di provincia con le sue opere spesso sconosciute.
Aver brevettato l’algoritmo come metodo ha permesso la creazione strategica della startup ed ha dato valore all’idea, rafforzandone la sua credibilità.
Tra i partecipanti si è costituito un vivo dibattito sfociato in interessanti momenti di contaminazione, come appunto il modello della Tavola delle Imprese prevede.
Le imprese si sono confrontate tra loro, in particolare, su alcuni punti dolenti comuni: in primis, la necessità di inserire il brevetto nella costruzione di un preciso modello aziendale, per non restare unicamente ancorato alla fase della ricerca senza poi essere applicato al sistema imprenditoriale; poi, la difficoltà nell’avere un adeguato sostegno finanziario che accompagni l’articolato percorso che conduce al go to market; infine le difficoltose procedure burocratiche per il riconoscimento dell’univocità della propria idea, mancando un modello europeo unico.
Come ribadito dal dott. Dinacci, in conclusione, il sistema imprenditoriale italiano è fortemente connotato dalla creatività e da un alto grado di innovazione, ma il nostro paese mostra ancora un particolare ritardo nell’area della ricerca applicata, i cui risultati possono influenzare direttamente i processi di crescita e la competitività del sistema economico.
La capacità di coniugare i ritrovati della ricerca scientifica con le loro potenziali applicazioni rappresenta un elemento fondamentale per la sopravvivenza delle imprese in un ambiente di crescente competizione internazionale. Solo l’innovazione dei prodotti e dei processi produttivi mediante ricerca applicata potrà consentire al nostro paese di prosperare anche in futuro.
Inoltre, come si è evidenziato in questa azione di open innovation, il tessuto imprenditoriale esprime la propria capacità innovativa e produttiva configurandosi in un modello imprenditoriale che non sempre trova un’ adeguata capitalizzazione.
Pertanto, è necessario, così come anche rappresentato dai partecipanti, che le linee di azione affrontino almeno due elementi: il sostegno all’idea per lo sviluppo del progetto ed il supporto alle imprese capitalizzate o che dispongono di capitali che intendono integrare, attraverso il supporto finanziario, il loro processo produttivo in una forma esponenziale.
Sono queste le sfide che nel prossimo futuro dovranno essere affrontare per sostenere l’impresa della conoscenza, genetica della creatività italiana.
Ringraziamenti
Richiamandosi all’attività del L.I.C.I. , nell’ottica di condivisione ed integrazione del sapere, il Vice Presidente Dinacci ha concluso i lavori, rappresentando che tali finalità sono perseguite dall’Associazione quale generatore culturale che promuove nuove iniziative tra gli associati intervenendo con il suo network nell’orientamento, nella programmazione e nella coprogettazione, attraverso proprie metodologie, per un processo di accelerazione, valorizzando le iniziative con gli stakeholders, il mondo accademico ed i soggetti pubblici.
Ringraziando i partecipanti, li ha invitati a mantenere sempre più vivi i contatti con l’Associazione.