Hanno partecipato a questa 17° edizione, secondo il modello di open innovation ideato, rappresentanti di pmi e di alcune startup innovative associate alla Netcoa, scelte da nord a sud ed appartenenti a diversi settori merceologici: Mauro Nicoletti, manager della Schmack Biogas di Trento; Massimo Biancone, Ceo della Firmato Biancone dell’Aquila; Enrico Boschi, rappresentante della società Enis di Ravenna; Gennaro Viscardi, Ceo della società napoletana che ha ideato Vico Food Box.
Il tema dei lavori “Il valore dell’internazionalizzazione nella crescita aziendale” è stato introdotto dal Vice Presidente dell’Associazione Netcoa, che rappresenta le imprese e startup innovative, Raffaello Dinacci, che, dapprima, ha posto l’accento sul significato della parola internazionalizzazione, quale creazione di un modello organizzativo che si differenzia sostanzialmente dalla mera vendita all’estero, ma che trova sui mercati UE ed extra UE nuove opportunità, sulle quali l’azienda va a sviluppare un piano di natura strategica; successivamente, ha evidenziato alcuni degli strumenti messi a disposizione dalle istituzioni a sostegno di tali processi per le pmi.
Il dott. Dinacci si è soffermato sul quadro generale degli interventi e delle fonti gestite dall’Agenzia nazionale per lo sviluppo Invitalia ed, in particolare, atteso il tema dell’incontro, sulle misure definite da Simest, società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti.
Le misure Simest, in scadenza il prossimo 31 maggio, si articolano in tre linee di finanziamento agevolato a valere sulle risorse del PNRR:
1)Transizione Digitale ed Ecologica delle PMI con vocazione internazionale;
2)Partecipazione delle PMI a fiere e mostre internazionali, anche in Italia, e missioni di sistema;
3)Sviluppo del commercio elettronico delle PMI in Paesi esteri (E-commerce).
Tali misure hanno come obiettivo quello di supportare le pmi nei processi di internazionalizzazione e sono strettamente correlate al concetto di transizione, sia digitale che energetica, quale elemento primario su cui sviluppare il piano di internazionalizzazione, ricomprendendo una serie di attività: da quelle puramente imprenditoriali di organizzazione all’estero di una impresa, come la costituzione di una sede, investimenti per singole strutture commerciali, configurazione di piattaforme, fino alla partecipazione a fiere in modalità diverse in relazione alle logiche organizzative aziendali.
Come tutti i programmi del PNRR, anche queste misure prevedono un cofinanziamento a fondo perduto fino ad un massimo del 40% per le imprese del Mezzogiorno e precisamente: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Un aspetto importante di questo strumento è quello relativo al rischio di impresa atteso che la valutazione di merito finanziario della pmi non è un elemento imprescindibile per l’erogazione degli incentivi, a differenza di quanto previsto in genere per i finanziamenti agevolati. Di fatti, per questa misura non è necessario presentare garanzie.
Dopo la diffusione degli strumenti a favore delle pmi, il dott. Dinacci ha invitato, come da consuetudine del format, gli illustri partecipanti a rappresentare le proprie esperienze, approfondendo quale è il modello che le aziende stanno applicando per l’approccio all’estero e quali sono i vantaggi competitivi che l’azienda ha nel momento in cui inizia questo processo di internazionalizzazione.
Mauro Nicoletti, manager della Schmack Biogas, leader nella progettazione e costruzione di impianti a biogas, ha ripercorso le tappe della evoluzione dell’azienda, nata in Germania ed approdata sul mercato italiano con una sua filiale nel 2006.
Successivamente è diventata una impresa italiana al 100%, libera di potersi muovere ed esprimere anche su altri mercati esteri, grazie al vantaggio di avere una mentalità flessibile ed una organizzazione aziendale duttile, tipiche della cultura italiana.
Infatti, in questo settore non esiste un modello standardizzato di sviluppo; è richiesto un grado di flessibilità nell’approccio in base ai singoli progetti ed ai singoli clienti, andando a costruire l’offerta del prodotto/servizio. Allo stesso tempo, è necessario un livello di rigore molto alto nel metodo di lavoro, dovendo gestire progetti non in serie e predisporre contratti di appalto con le diverse committenze per svariati milioni di euro.
Questo stesso approccio è utilizzato per valutare i mercati esteri su cui espandersi: dalla Francia, alla Grecia, ai Paesi Bassi. Il mercato lo fa il progetto.
L’Italia per noi resta un mercato importante – precisa Nicoletti – che ha, però, a differenza di altri paesi europei, dei limiti enormi a causa della pressante burocrazia, in particolar modo per la fase autorizzativa.
Più che un piano di internazionalizzazione per la Schmack Biogas è stato costruito, quindi, un metodo di internazionalizzazione efficace che consiste nell’aver standardizzato progettazioni, creato moduli da adattare al singolo progetto, così come dei metodi di calcolo dei costi per i singoli paesi.
Il dott. Dinacci riprendendo il concetto che “il mercato lo fa il progetto” specifica che l’internazionalizzazione non è da intendersi solo come vendita di un manufatto su di un mercato, come spesso viene concepita, ma il vero valore aggiunto deve ritrovarsi sul livello di conoscenza che abitualmente è determinata dalla ricerca che le imprese affrontano per essere sempre più innovative e competitive, diversificandosi così dai competitors.
Ne è dimostrazione la capacità delle imprese italiane di collocare sui mercati internazionali prodotti che rappresentano la cultura e le tradizioni locali, nonchè il know how e lo stile del “belpaese”.
Il Made in Italy, di fatti, non è solo un brand per l’internazionalizzazione e l’esportazione, ma appunto un sistema, un modello che ha necessità di essere sempre più sostenuto e tutelato a livello istituzionale favorendo, altresì, il costante e quotidiano impegno degli imprenditori italiani nel posizionarsi nei diversi paesi.
Esempio del valore del Made in Italy è la Firmato Biancone, società di design in grado di offrire una gamma di servizi di progettazione completa, dal design industriale all’automotive, dall’architettura alla moda.
Grazie al suo Ceo, Massimo Biancone, geniale ed appassionato designer ed imprenditore abruzzese, che vanta una esperienza ultraventennale nel settore, la società ha già sviluppato e brevettato numerosi prodotti, tra cui il primo drone italiano, che valorizzano competenze tutte italiane, anche all’estero, riuscendo ad aggiudicarsi la posizione di azienda solida, di riferimento nel settore del design, dalla consulenza alla produzione finale.
Da sempre attenta alla tematica ambientale, la società sta compiendo un ulteriore passo in avanti per contribuire alla costruzione di un futuro migliore; ha di fatti investito in un modello di mobilità elettrica, volto alla tutela dell’ecosistema ed usufruibile da tutti i cittadini, confermando la sua vocazione responsabile e sociale.
Tema questo della transizione che, tra gli altri, Netcoa e la sua evoluzione il LICI – Laboratorio Innovazione Cultura Impresa affrontano con iniziative, programmi e progetti che sviluppano nel contesto del proprio ecosistema composto da istituzioni, enti, università, startup, imprese e stakeholders attenti anche alla ricaduta sociale.
Il Vice Presidente Netcoa, nell’affermare come l’innovazione italiana riesca attraverso il suo emblema del Made in Italy a trasferire uno storytelling affascinante agli interlocutori nazionali ed esteri, ha introdotto l’altra azienda scelta, la Enis di Ravenna, che ha preso parte a questa viva azione di matching and integration.
Con la Enis si inserisce un diverso approccio all’ internazionalizzazione ovvero quello dell’e-commerce e della digitalizzazione nel settore del fashion: il prodotto non viene esportato utilizzando gli ordinari canali distributivi, ma si raggiunge direttamente il consumatore all’estero che, acquistando su piattaforma digitale, riceve comodamente la borsa a casa.
L’acquisto, quindi, come rappresentato dall’imprenditore Enrico Boschi, non è determinato solo dalla qualità del prodotto artigianale che la Enis diffonde ma da quella sensazione che trasferisce lo storytelling abbinato al made in italy.
La Enis vanta numerose azioni di promozione ed apertura sui mercati esteri promosse anche a livello istituzionale, ma ha trovato la sua massima espressione all’estero grazie all’inserimento in importanti marketplace di livello europeo e mondiale, raggiungendo significative quote del mercato b2b e b2c del settore lusso, attraverso la produzione e successiva commercializzazione di accessori in pelle artigianali, evocativi dello stile, dei luoghi, della cultura che caratterizzano il Made in Italy.
La Enis, quindi, ha investito ed investe sulla digitalizzazione dei propri processi per assicurarsi queste vetrine commerciali sul mondo.
Gennaro Viscardi, imprenditore napoletano, dall’importante esperienza all’estero, ha delineato le caratteristiche del suo progetto digitale intrapreso con Vico Food Box.
A differenza della Enis, Vico Food Box è un’e-commerce per la spesa online di prodotti che provengono solo da fornitori italiani, la cui missione è di spedire l’Italia a casa degli italiani residenti all’estero.
La cura per la scelta del prodotto italiano di eccellenza o che abbia il sounding del Made in Italy, l’esperienza nel settore delle spedizioni ed il voler trasferire “l’anima” dei prodotti della terra con cui non si vuole perdere il contatto, sono gli elementi distintivi del progetto di Viscardi e del suo team, che oggi vanta circa una ventina di collaboratori.
Il core business della società è il mercato estero ed il suo target è costituito dagli italiani residenti all’estero che hanno la necessità attraverso i prodotti caratteristici di sentirsi a casa.
E’ un mercato di nicchia che il Viscardi con il suo team ha curato e cura vezzeggiando il cliente, trasmettendo quel calore umano e quei consigli necessari per utilizzare e valorizzare i prodotti ordinati.
Per queste ragioni – spiega Viscardi – hanno scelto di creare un proprio e-commerce che non si appoggia su altre piattaforme ed è personalizzato per andare incontro ai diversi bisogni del cliente di Vico Food Box
Il mercato estero costituisce, quindi, il 96% del fatturato della società. Di fatti, il prodotto italiano è apprezzato e valutato almeno il doppio da questi consumatori.
Da questa azione di open innovation, che ha visto una significativa interazione tra tutti i partecipanti, è emersa all’unisono, nell’ottica prefissata dalla sessione focalizzata allo scambio delle conoscenze per una definizione progettuale – best practice, la necessità di utilizzare eticamente i fondi messi a disposizione dalle istituzioni; di favorire percorsi di formazione imprenditoriali; di continuare a raccontare e valorizzare il bello e buono che caratterizza il sistema Italia con la sua storia, tradizioni, cultura e creatività.
Nel ringraziare i partecipanti, Il Vice Presidente di Netcoa li ha invitati a continuare a seguire le attività dell’Associazione e del Laboratorio sul sito ed i propri canali web di informazione.